o bella mia 
      io vado via 
      e non ti porto con me
      c'è un viaggio che 
      ognuno fa solo con se
      perché non è che si va vicino
      perché un destino non ha
      un mattone vuole esser casa
      un mattino divenire chiesa 
      ed il matto che c'è in me 
      che si chiede che cos'è
      vuole diventare qualche cosa 
      e sar... una strada senza fine 
      sotto una spada o su una fune
      a cercare il mio Far West 
      a trovare il Santo Graal
      una corsa brada oltre il confine
      una luce prenderò
      per te l... fuori 
      quando io camminerò 
      le vie dei colori 
      scalerò le rocce in mezzo al vento 
      sulle tracce di chi ha perso o vinto 
      vagherò la mia odissea
      nella idea di te mia idea 
      tagliati le trecce e vai in convento 
      una voce prenderò
      per te là fuori 
      quando io camminerò 
      le vie dei colori 
      c'era un cavaliere 
      bianco e nero prigioniero 
      senza un sogno nè un mistero 
      senza fede nè eresia 
      senza le ali di un destriero 
      senza le onde di un veliero 
      se la sorte rivolesse ciò che speso 
      io forte non sarei per il tuo peso 
      a volare in un rodeo 
      a valere in un torneo 
      della morte ed essere il tuo sposo
      una pace prenderò
      per te là fuori 
      quando io camminerò
      le vie dei colori
      c'era un cavaliere 
      bianco e nero prigioniero 
      senza un posto nè un sentiero 
      senza diavolo nè Dio 
      senza un cielo da sparviero 
      senza un grido di un guerriero 
      io ti lascio senza perderti
      e ti perdo un po' 
      anche se poi 
      lasciarti è un po' perdermi 
      o bella mia 
      o bella ciao 
      io sono via 
      con un pensiero di te immenso 
      e un nuovo senso di me 
      c'era un cavaliere giallo 
      che rubò un cavallo alle scogliere 
      e un cristallo alle miniere di un metrò 
      sulle ciminiere disegnò un castello di corallo 
      e al ballo tutto il quartiere andò 
      c'era un cavaliere rosso 
      che salì sul dosso di bufere 
      sopra il fosso delle sere di città
      dietro un cielo mosso di ringhiere dentro il mare 
      grosso 
      di un braciere di immensità
      c'era un cavaliere blu 
      che catturò la gioventù- di primavere 
      che portò chimere in schiavitù- 
      liberò le gru dalle lamiere di un cantiere 
      verso un campo di preghiere laggiù- 
      dove arriverai anche tu
      camminando le vie dei colori
io ed i miei occhi scuri siamo diventati grandi 
      insieme 
      con l'anima smaniosa a chiedere di un posto che 
      non c'è 
      tra mille mattini freschi di biciclette 
      mille più tramonti dietro i fili del tram 
      ed una fame di sorrisi e braccia intorno a me 
      io e i miei cassetti di ricordi e di indirizzi che ho 
      perduto 
      ho visto visi e voci di chi ho amato prima o poi
      andar via 
      e ho respirato un mare sconosciuto nelle ore 
      larghe e vuote di un'estate di città 
      accanto alla mia ombra nuda di malinconia 
      io e le mie tante sere chiuse come chiudere un 
      ombrello 
      col viso sopra al petto a leggermi i dolori ed i miei 
      guai 
      ho camminato quelle vie che curvano seguendo il
      vento 
      e dentro a un senso di inutilità... 
      e fragile e violento mi son detto tu vedrai vedrai 
      vedrai
      strada facendo vedrai 
      che non sei più da solo 
      strada facendo troverai 
      un gancio in mezzo al cielo 
      e sentirai la strada far battere il tuo cuore 
      vedrai più amore, vedrai
      io troppo piccolo tra tutta questa gente che c'è al 
      mondo 
      io che ho sognato sopra un treno che non è partito 
      mai 
      e ho corso in mezzo ai prati bianchi di luna 
      per strappare ancora un giorno alla mia ingenuità
      e giovane e violento mi son detto tu vedrai vedrai 
      vedrai 
      strada facendo vedrai 
      che non sei più da solo 
      strada facendo troverai 
      anche tu un gancio in mezzo al cielo 
      e sentirai la strada far battere il tuo cuore 
      vedrai più amore vedrai 
      e una canzone neanche questa potrà mai cambiar 
      la vita 
      ma che cos'è che ci fa andare avanti e dire che 
      non è finita
      cos'è che ci spezza il cuore tra canzoni e amore 
      che ci fa cantare e amare sempre più 
      perché domani sia migliore, perché domanitu 
      strada facendo vedrai
"t' aggio voluto bene
      tu m' hai voluto bene a me
      mo nun' nce amammo cchiù 
      ma a vvote distrattamente pienzo a te..."
      
      è l' una snza luna 
      senza te e senza la mia stella
      dopo non l' ho cantata più 
      la tua canzone Reginella
      ti dissi proprio una idiozia 
      forse per farti torto 
      quando ti urlai 
      che era durata pure troppo
      il cuore lo trovai in corsia 
      caduto mezzo morto 
      poi si rialzò ma restò zoppo 
      a vita
      dicevi di essere di Napoli 
      ma non c'eri mai stata 
      e se si usciva avevi sempre su 
      qualcosa un po' scollata
      anche quei nomi che inventai 
      quando li pronunciavo 
      non era chiamarti ma per sospirarli
      nemmeno un gatto ti comprai 
      o un uccellino schiavo 
      compagno di segreti 
      per imprigionarli 
      fabbricai le reti 
      ma una bella gabbia no...
      lo so Reginè 
      che mi hai voluto bene 
      forse più di me 
      e quello ti rimane
      sopra il letto delle nostre cene 
      non c'era un gran che 
      c'eri tu Reginè
      ma perché hai dato un po' di te 
      a ognuna delle altre donne
      quanto di te darai agli uomini 
      per farmi stare insonne 
      chissà se amavi proprio me 
      nel tempo in cui mi hai amato 
      ma proprio me hai smesso 
      tu di amare un giorno
      ed io incendiai tutto di te 
      ma si smorzò bagnato 
      dal pianto del rimpianto 
      che pioveva intorno
      al mio annuncio affranto 
      triste vedovo di te
      lo sai Reginè 
      che ti ho voluto bene 
      e mai l'ho detto a te
      ci ho fatto una canzone 
      e almeno questa ti appartiene 
      come un po' di me Reginè
      Reginella 
      balla Reginè bella 
      finché vorrai ballare 
      anche il tuo re 
      non ti potrà vedere 
      nel passato ti verrà a cercare 
      e dicono che se ne va 
      camminando in fondo al mare 
      danzando
seduto con le mani in mano 
      sopra una panchina fredda del metro
      sei lì che aspetti quello delle 7.30 
      chiuso dentro il tuo palteot
      un tizio legge attento le istruzioni
      sul distributore del caffè
      e un bambino che si tuffa dentro a un bignè
      e l'orologio contro il muro 
      segna l'una e dieci da due anni in qua
      il nome di questa stazione 
      è mezzo cancellato dall'umidità
      un poster che qualcuno ha già scarabocchiato 
      dice "Vieni in Tunisia"
      c'è un mare di velluto ed una palma 
      e tu che sogni di fuggire via...
      di andare lontano lontano
      andare lontano lontano...
      e da una radiolina accesa 
      arrivano le note di un'orchestra jazz
      un vecchio con gli occhiali spessi un dito 
      cerca la risoluzione a un quiz
      due donne stan parlando 
      con le braccia piene di sacchetti dell'Upim
      e un giornale è aperto 
      sulla pagina dei films
      e sui binari quanta vita che è passata 
      e quanta che ne passerà
      e due ragazzi stretti stretti 
      che si fan promesse per l'eternità
      un uomo si lamenta ad alta voce 
      del governo e della polizia
      e tu che intanto sogni ancora 
      sogni sempre sogni di fuggire via...
      di andare lontano lontano
      andare lontano lontano...
      sei li che aspetti quello delle 7,30 
      chiuso dentro il tuo paletot
      seduto sopra una panchina fredda del metro
la scenografia 
      dei tuoi appartamenti 
      buia sacrestia della teatralità 
      la diplomazia lavabiancheria 
      dei miei chiarimenti 
      solita amnesia della tranquillità 
      la didascalia 
      dei tuoi atteggiamenti 
      sacra liturgia della formalità 
      l'autobiografia enciclopedia 
      dei miei mutamenti tormenti 
      meteorologia della scontrosità 
      e della codardia 
      e ci baciamo là
      sopra il boccascena 
      dell'ultima cena di chi tradirà 
      e un'altra volta in più già 
      ci si uccide la passione 
      dentro un'auto nel burrone 
      la spingiamo giù ma 
      siamo sempre qua 
      storie in bianco e nero 
      dove abbiamo solo 
      un ruolo fisso da comparsa 
      nelle file di un bolero 
      e tutto il resto e farsa 
      noi venimmo qua 
      facce da straniero 
      dentro questa scena 
      oscena per non farne a meno 
      altro giro di bolero 
      ed un altro sorso di veleno 
      la radiografia 
      dei miei giuramenti 
      vaga profezia della meschinità 
      la coreografia scelta simmetria 
      dei tuoi turbamenti 
      nuda rapsodia della sinuosità 
      la tappezzeria 
      dei miei pentimenti 
      fiacca parodia della maturità 
      la cineseria micro chirurgia 
      dei tuoi sentimenti lamenti 
      pura maestria della fragilità 
      e della tirannia 
      e se il mio cuore sta 
      fermo alla frontiera 
      tu ti mostri fiera della vanità
      perché ci sono anch'io la 
      tra i tuoi ninnoli d'avorio 
      a suonare il repertorio 
      di un eterno addio ma 
      siamo sempre qua 
      chiusi in un mistero 
      che l'amor sia tutto 
      e tutto ciò che noi sappiamo 
      dell'amore che e un bolero 
      in cui ci muoviamo 
      noi saremo qua 
      tra il falso e il vero 
      il bene e il male 
      quando voleremo 
      digitando uno e zero 
      in una realtà virtuale 
      o contando il tempo di un bolero
ognuno ha il suo tamburo
      un solo ritmo
      un canto
      della comune solitudine
      che noi mettemmo insieme
      a starci un poco accanto
      su questa via dell'abitudine
      il tempo vince sempre
      il tempo lui soltanto
      si muove e noi restiamo immobili
      finché ci porta un suono
      atteso chissà quanto
      e ci promettiamo indivisibili
      alberi che sfilano come persone care
      fantasmi della strada
      devi prendere o lasciare
      si comunque vada non come volevi
      battono i tamburi battono più lontani
      è giusto così
      non chiesi mai qualcuno che comprasse la mia 
      infelicità
      (tam tam tam)
      non piansi mai davanti alla tristezza ma versi 
      l'onestà
      (tam tam tam)
      dimmelo anche tu
      che il tempo non ci ha sconosciuto
      male e bene mio
      che dopo ti hanno amato meglio
      si ma non di più
      di tutto il poco che ho potuto io
      vieni padre mio
      usciamo a fare un giro e guida tu
      e guarda avanti e non parliamo più
      albero padre con un ramo solo
      e come tutto torna e come tutto passa
      le cose cambiano per vivere
      e vivono per cambiare
      il mare s'alza e abbassa
      ed ogni giorno siamo dietro ad una cassa
      a dare il resto e poi sorridere
      un ballo senza fiato se la banda passa
      e finché non smetti di rincorrere
      le storie muoiono quando c'è più paura
      di perdersi che voglia di tenersi e com'è dura
      quella soglia e come siamo noi i diversi
      cambiano le scene cambiano le battute
      e anche i battuti
      io non potrò incontrarvi in nessun luogo
      in nessun'altra età
      (tam tam tam)
      fermar l'urgenza del mio cuore
      il cuore di un uomo a metà
      (tam tam tam)
      pensa amore mio
      che t'insegnai mille altri cieli
      e non seppi mai
      soffiarti il vento sulle ali
      aspettai un addio
      e il giorno di lasciarmi ti lasciai
      credi figlio mio
      mi mancano i tuoi baci che non ho
      e sono i soli baci che io so
      piccolo figlio
      e tu compagno dalle orecchie a punta
      io ti parlai di me
      come a un fratello a cui ci si racconta
      io non ne avevo e allora presi te
      e quella tua sgomenta
      e nostra malattia di vivere
      giùra amico mio
      che glielo metteremo ancora lì
      a questa vita che va via così
      senza aspettarci
      tam tam tam
      tam tam tam
tu chi sei 
      che parli diverso 
      più giovane di me 
      in un'altra età persa perso 
      in mezzo ai giorni tuoi 
      pezzi di quella vita che non so 
      tu chi sei 
      tu chi sei 
      un universo 
      tu che hai 
      la nuova promessa 
      di un segno che lasciai 
      nell'infinita adesso impressa 
      in fondo agli occhi tuoi 
      figli di quella luce che non e 
      solo tua solo mia 
      se l'alba e la stessa 
      cielo e oceano 
      acqua nell'acqua 
      onda e nuvola 
      acqua nell'acqua 
      fiato dentro il fiato 
      io in te quant'e passato? 
      corpo e anima 
      acqua nell'acqua 
      vene e lacrime 
      acqua nell'acqua 
      il mio grido nel tuo grido 
      e stato un brivido 
      un vento caldo da domare 
      per salirci su e tornare 
      a riamare aria e mare 
      con te che fai 
      un altro sentiero 
      e insegui la tua vita 
      in cerca di te vera vero 
      e non si arriva mai 
      a sapere quand'è che finirà 
      tu che hai 
      io che ho 
      un cuore sincero 
      che batte 
      un cuore che batte 
      davvero 
      cielo e oceano 
      acqua nell'acqua 
      onda e nuvola 
      acqua nell'acqua 
      fiato dentro il fiato 
      io a te cos'è che ho dato?
      corpo e anima 
      acqua nell'acqua 
      vene e lacrime 
      acqua nell'acqua 
      il mio grido nel tuo grido 
      e ancora un brivido 
      che c'è 
      che piega e piaga la mia schiena 
      che rovescia un fiume in piena 
      mi svegliai 
      su questa scena 
      e nello sconcerto 
      cominciai il concerto 
      e incerto salutai 
      e attraversai 
      tutto il deserto 
      per trovarmi in mare aperto 
      e respirai 
      e respirai 
      acqua nell'acqua di parole 
      come un salto nelle gole 
      verso isole di sole 
      un volo libero di bere 
      nelle azzurrità leggere 
      anche per perdersi e cadere 
      ricadere giù
ninna nanna nanna ninna
      er pupetto vò la zinna
      fà la ninna dormi pija sonno
      che si dormi nun vedrai
      tant'infamie e tanti guai
      che succedono ner monno
      tra le bombe e li fucili
      per i popoli che sò civili
      ninna nanna tu non senti
      li sospiri e li lamenti
      de la pora gente che se scanna
      che se scanna e che s'ammazza
      a vantaggio della razza
      de la gente che se scanna
      per un matto che comanna
      e a vantaggio pure d'una fede
      per un Dio che nun se vede
      ma che serve da riparo
      ar re macellaro
      che sa bene
      che la guerra è un gran giro dr quattrini
      che prepara le risorse
      pè li ladri delle borse
      ninna nanna ninna nanna
      ninna nanna ninna nanna
      ninna nanna ninna nanna
      ninna nanna ninna nanna
      fà la ninna fà la nanna
      fà la ninna che domani
      rivedremo ancora li sovrani
      che se scambiano la stima
      boni amichi come prima
      sò cugini e fra parenti
      nun se fanno i complimenti
      torneranno proprio tutti uguali
      li rapporti personali
      e senza l'ombra d'un rimorso
      sai che ber discorso
      ce faranno tutti insieme
      su la pace e sul lavoro
      pè quer popolo cojone
      risparmiato dar cannone
      ninna nanna ninna nanna
      ninna nanna ninna nanna
      ninna nanna ninna nanna
      ninna nanna ninna nanna
cosa vuoi di più che avere
      il solo guaio delle nubi e un sole nella 
      pelle su quelle spiagge di vernici e di silenzi bere 
      a sorsi piccoli i tuoi baci come fontanelle 
      mattino presto e code splendide di primavera
      stanchi di vento e non di noi
      cosa vuoi di più entravamo 
      in quella casa senza tende senza niente dentro 
      e al centro su una sedia sopra il mondo ci 
      amavamo 
      in un abbraccio sospirato come un ballo lento
      e con le labbra morse e pallide c'inseguivamo 
      l'ultima nostra faccia
      vivi eravamo 
      come aria semplice 
      vivi eravamo 
      come fuoco giovane 
      a cuore nudo vivi eravamo 
      come acqua umile
      vivi come terra fertile
      cosa vuoi di più che andare 
      mettendo tutta l'aria di una sera nei polmoni
      come aquiloni nelle vie degli altri camminare 
      cercando una paura nuova e il buoi dei portoni
      tirarti su la gonna farlo in piedi e assaporare 
      la nostra dura affinità
      cosa vuoi di più stavamo 
      senza vestiti senza tempo senza altro sotto
      il tuo cappotto e con le gambe ci accarezzavamo 
      e un cielo pesto e Dio se la mandava giù a dirotto
      e dentro agli occhi allarmi a bestemmiarci io ti 
      amo 
      riflessi americani
      vivi eravamo
      come aria semplice 
      vivi eravamo 
      come fuoco giovane 
      a cuore nudo
      vivi eravamo 
      come acqua umile 
      vivi come terra fertile
      vivi torneremo 
      come aria semplice vivi 
      vivi torneremo come fuoco giovane 
      a cuore nudo
      vivi torneremo 
      come acqua umile 
      vivi come terra fertile
      che vuoi di più che avere 
      il solo guaio delle nubi 
      e non vedere mai chi soffre 
      e muore e non ha dubbi 
      tanto è lontano e non lo sai
me ne vado nella notte logorando strade
      han lavato il cielo ed ora è ad asciugar sui muri
      come quando i miei si vomitavano parole
      ed allora mi mandavano a giocare fuori
      tu non ci sei
      tu non sei più con me
      il mio amico sta dicendo che mi vuole bene
      ha bevuto troppo e non ricorda più il nome
      le finestre occhi spenti stanno già sognando
      mulinelli di cartacce e le panchine vuote
      non avrei voluto essere il primo della classe
      non avrei voluto mai portare i primi occhiali
      ho paura di specchiarmi dentro una vetrina
      e scoprirmi a ridere di me e dei miei pensieri
      sotto il tacco il tacco delle scarpe mezzo 
      consumato
      un giornale spiegazzato pieno di pedate
      grande prima eccezionale per il film dell'anno
      avventura sesso e una valanga di risate...
      quante volte ti ho pensato 
      sulla sedia di cucina
      quante volte ti ho incontrato 
      nelle cicche che spegnevo
      quante volte ti ho aspettato 
      quante volte ti ho inseguito
      quante volte ho chiesto te...
      e come gridavo sul cavallo del barbiere
      il mio amico si è fermato e sta scalciando un sasso
      lui non ha una donna perché ha l'alito cattivo
      soffre un po' di tenerezza e parla con se stesso
      guardo le mie dita gialle sono tanto stanco 
      di sputare i mozziconi di tutta una vita
      giro salto e ballo come un orso ammaestrato
      come vorrei fare a pezzi quella luna idiota
      quante volte ti ho pregato 
      mentre mi graffiavi il cuore
      quante volte ti ho guardato 
      mentre mi cavavi gli occhi
      quante volte ti ho cercato 
      quante volte ti ho trovato
      quante ho perso te...
tu dietro un vetro guardi fuori 
      lungo il luccichio dei marciapiedi 
      e la gente si è dissolta nella sera
      tua madre altezza media sogni medi 
      che sbatte gli occhi da cammello 
      e non si è rassegnata e neanche spera 
      un cespuglio di spini tuo fratello 
      che pensa sulle unghie delle dita 
      appitonato con un'aria da bollito 
      tuo padre mani da operaio a vita 
      che ride e gli si spacca il viso 
      impallidito di tv 
      tu fretta di vivere qualcosa 
      e ogni cosa è già un ricordo liso 
      e adesso la pubblicità 
      tu e le tue voglie imbottigliate 
      occhi come buchi della chiave 
      e un'ansia indolenzita sotto neve bianca
      tuo padre aspetta sempre qualche nave 
      funambolo sul filo del passato 
      e cena con una bistecca stanca 
      tuo fratello è un grammofono scassato 
      un fiume di pensieri in fuga 
      si specchia in un cucchiaio e fa una bocca storta 
      tua madre si rammenda qualche ruga 
      e una domanda di dolcezza 
      che porta in tavola e va via 
      tu nascosta in fondo a un'amarezza 
      a far finta che il mondo sia un bel posto 
      e adesso la pubblicità 
      ma che giorno è è tutti i giorni 
      ed una sera ogni sera
      e questa sera come le altre 
      che si siede accanto
      e non c'è niente che ritorni 
      nient' allegria e nessun cerino 
      per dare fuoco a tutto quanto
      tu in quella schienuccia di uccellino 
      che si curva e si vedono gli affanni 
      dei tuoi domani e dei tuoi pochi anni 
      tuo padre si strofina le mascelle 
      come impanate nella barba 
      una sigaretta in mezzo ai denti e lui ci parla 
      intorno 
      tua madre che si sveglia a strappi e scuote 
      tutta la polvere di un giorno 
      senza persone e novità 
      tuo fratello scemo che dà uno spintone 
      al tuo cuore rovesciato come tasche vuote 
      e adesso la pubblicità
      oggi è quasi un secolo di noia 
      e che si fa domani e dopo 
      e poi nei prossimi vent'anni 
      figli di speranze 
      per un attimo di gioia 
      nella città di antenne e cielo 
      e luci grigie delle stanze
      e la notte cade come un telo 
      a smorzare gli occhi ed i televisori 
      e tu dietro un vetro guardi fuori
"questo secolo finisce dieci anni prima
      il duemila ha perso la sua Buona Novella
      ci resta sempre Novella 2000
      ma vedremo ugualmente le stelle da vicino
      perché i paparazzi hanno tutti figli missili"
      chi m'ha visto no gli venga in mente aiò
      di chiamare la mia conduttrice aiò
      quell'astuta scimmia oscura tessitrice
      di ricami e trame dell'oriente aiò
      lei m'ha fatto uscire dalla frasca aiò
      con un colpo di cannone aiò
      tutto nudo e la bandiera bianca in tasca
      a strapparmi la mia confessione aiò
      "aveva un nascondiglio e stava li'
      cucaio aiò per ore nostro figlio"
      sentinella delle mie frontiere aiò
      finanziera vecchia volpe grigia aiò
      lei mi ha chiesto che cos'hai nella valigia
      con quel ciglio in su da doganiere aiò
      io portavo via di contrabbando aiò
      la mia anima in pena aiò
      quando m'ha intimato alt dove stai andando
      vado a vivere in una balena aiò aiò
      "disse presente all'appello ma
      cucaio aiò sembrava un poco assente"
      dov'è dov'è
      sta in un buco di affittacamere
      è sfollato non c'è non c'è
      forse è chiuso in bagno a leggere
      se il mondo si girasse da una parte aiò
      e se andasse via da sotto il letto aiò
      pronto a cogliermi in flagrante crimine d'affetto
      a cercarmi di veder le carte aiò
      e la rossa russa ha mosso e io distratto aiò
      il cavallo oltre la torre aiò
      e la sua regina nera ha dato il matto aiò
      al mio re che ancora se ne corre aiò
      "spesso non c'era e non parlava mai
      cucaio aiò buongiorno e buonasera"
      dov'è dov'è
      è rimasto in guerra a combattere
      è imboscato non c'è non c'è
      s'è nascosto li al Lungotevere
      dov'è dov'è
      dicono che ha un brutto carattere
      è un bandito non c'è non c'è
      fammelo ti prego conoscere
      dov'è dov'è dacci oggi il nostro disco quotidiano
      questo strimpellatore dai la mano
      dov'è dov'è dai un bacetto a mamma e zia
      dov'è dov'è di' la poesia
      da quanto non ti confessi
      dove vai che fai
      dicci di che segno sei
      stai sull'attenti
      che disturbi lamenti
      dacci le generalità
      dacci la tonalità
      dov'è dov'è
      ha saltato il muro del carcere
      è braccato non c'è non c'è
      l'hanno messo in porta a respingere
      dov'è dov'è dov'è
      dov'è dov'è
      sta sui monti andiamolo a prendere
      è sbandato non c'è non c'è
      questo nostro eroe santo e martire
      "s'avvicini l'imputato ai banchi"
      signor giudice io nego tutto aiò
      lei è un uomo che ha studiato aiò
      io non le ho mai detto amore tu mi manche
      io l'ho solamente urlato aiò aiò
      cucaio aiò
      aiò aiò
      baiò baiò
notte di note note di notte
      di luna che imbroglia i cani
      vagabondi invisibili nelle vie che sanno tutto
      e ci cammino
      a tempo col rumore della terra che gira
      e fornai che fanno il pane di domani
      secchi d'acqua che svegliano i balconi
      cotti di sole del mattino
      in questa notte di ragnatele
      di fili notturni sul mio viso
      l'alito largo del vento mi segue
      annusando i pantaloni
      e quante dita stanno acchiappando note
      che cadono giù dal paradiso
      e le giornate si chiudono
      dietro le serrature dei portoni
      buona notte ai piccoli dolori
      buona notte a tutti i suonatori
      buona notte a queste nubi d'inchiostro
      buona notte a questo figlio nostro
      qui in questa curva di cielo
      ed ogni odore è un ricordo
      che torna a bruciapelo
      e porta via
      la sete i giorni sbagliati
      per una notte di pace
      nei cuori affaticati
      notte di note note di notte
      tesa come pelle di tamburo
      fari che bucan la pazienza dell'aria
      cercando di capirmi gli occhi
      in questo stesso istante tra la California e il 
      Giappone
      c'è chi inventerà il futuro
      per tutti gli uomini che passano
      sui fogli del mondo come scarabocchi
      in questa notte di stelle distratte
      sorprese da un'alba che confonde
      muri vecchi
      che respirano un giovane cielo rattoppato
      e un risveglio salato di mare
      nei cortili deserti che scavalcano le unde
      come qualcosa di rauco
      che ti chiedi cos'è mentre ti è già passato
      buona notte ad ogni nota d'arganto
      buona notte a un sollievo di vento
      buona notte a questo silenzio d'oro
      buona notta buona notte tesoro
      qui in questa via di nessuno
      mi sto frugando parole
      per far sognar qualcuno
      quando verrà
      dal cielo dove si trova
      una speranza di luce
      una canzone nuova
      qui in questa notte di note 
      a guardarmi la vita
      dentro le mani vuote
      ma che cos'è mai
      che mi fa credere ancore
      mi riga gli occhi d'amore
      e mi addormenterà dalla parte del cuore
dove sono stato 
      in tutti questi anni 
      io me ne ero andato 
      a lavarmi i panni 
      dagli inganni del successo 
      a riscoprirmi uomo 
      io sempre lo stesso 
      più grigio ma non domo
      siamo tutti dentro la storia 
      tardi o presto 
      e io sono qui 
      tutti in libertà provvisoria
      in arresto o a nasconderci 
      e dove eravamo rimasti 
      chissà dove
      ma io sono qui 
      forse prigionieri o fuggiaschi
      forse altrove a difenderci 
      la realtà mi ha fatto atterrare 
      il mio errore fu di errare 
      e non ero un eroe 
      ma sono vivo 
      e sono qui 
      e vengo dentro a prenderti 
      da solo disarmato innamorato
      tu devi arrenderti 
      ci sono io e sono qui 
      con la pazzia di stringerti 
      mi hai perquisito gli occhi 
      e sai sono pulito 
      non posso ucciderti mai più
      e si torna a scendere in pista 
      un altro viaggio 
      e io sono qui 
      non perdiamoci più di vista
      nel coraggio 
      di riprenderci 
      dentro l'abito della festa quello scuro 
      ora sono qui 
      l'unica paura che resta del futuro 
      è di non esserci 
      tra sparare oppure sparire 
      scelgo ancora di sperare 
      finché ho te da respirare 
      finché ho un cielo da spiare
      per sapere che
      io sono vivo e sono qui 
      e vengo dentro a prenderti 
      da solo disarmato innamorato 
      tu devi arrenderti 
      ci sono io e sono qui 
      perché ora so pretenderti 
      far fuori la tua scorta 
      e fuori dalla porta 
      sarò ad attenderti così
      e scriverò il mio nome 
      sui fogli della gente 
      fino a sapere come 
      mi chiamo e non chi sono veramente 
      ma quaggiù sto 
      a chiedere perdono 
      se sono un uomo giusto 
      ma sono giusto un uomo 
      sono qui 
      e vengo dentro a prenderti 
      da solo disarmato innamorato
      e devi arrenderti 
      se sono io e sono qui 
      e resto qui a viverti per vivere 
      da qualche parte 
      a mettere le porte al vento 
      per questo sono qui
tra le barche a pancia all'aria
      rauco il vento s'infilo'
      l'ultima boccata forte
      poi le scarpe si cavo'
      con le mani stanche cariche di vene
      i vestiti ripiego'
      come chi non ha più fretta
      verso il mare cammino'
      la schiuma gli si fece incontro
      e i suoi piedi incateno'
      gli occhi acquosi di tristezza
      oltre quel cielo
      un altro cielo lui cerco'
      ti seguirò ...
      se tu lo vuoi ...
      dovunque andrai ...
      io ci sarò ...
      strinse intorno a sè le braccia
      poi nell'acqua scivolo'
      i treni partiti senza portarci via
      non si fermeranno più qua
      finchè la certezza non ci abbandonerà
      e ancora la pioggia cadrà
      il riflesso della luna 
      nel suo solco lo guido'
      pallide le spalle magre
      contro l'orizzonte andò
      un silenzio nero come il culo dell'inferno
      e lui si accompagno'
      io non lo so ...
      cosa non va ...
      che cosa c'è ...
      cosa sarà ...
      metro dopo metro spinse il cuore
      e la notte attraverso'
      i sogni sognati con tanta ingenuità
      marciscono in fondo a una via
      finchè la paura non ci addormenterà
      e ancora la pioggia cadrà
      con le braccia più rabbiose
      il suo corpo trascino'
      e sfido' la nebbia densa
      che pian piano lo abbraccio'
      le speranze mezze uccise dalla vita
      tra le onde abbandono'
      non ti amo più ...
      non sono tua ...
      che cosa vuoi ...
      vattene via ...
      si aggrappo' sfinito al suo dolore
      ed il mare lo ingoio' ...
saranno stati scogli di carbone dolce 
      dentro il ferro liquefatto 
      di una luna che squagliò un suo quarto 
      come un brivido mulatto 
      o un bianco volar via di cuori pescatori 
      acqua secca di un bel cielo astratto 
      chissà se c'erano satelliti o comete 
      in un'alba senza rughe 
      larghe nuvole di muffa e olio 
      appaiate come acciughe 
      o una vertigine di spiccioli di pesci 
      nella luce nera di lattughe 
      e io 
      dal mare venni e amare mi stremò 
      perché infiammare il mare non si può
      aveva forse nervi e fruste di uragani 
      scure anime profonde 
      tra le vertebre di vetro e schiuma
      urla di leoni le onde 
      o tende di merletto chiuse su farine 
      corpi caldi di sirene bionde
      forse era morto senza vento nei polmoni 
      graffio di cemento bruno 
      barche stelle insonni a ramazzare 
      nelle stanze di Nettuno 
      o turbini di sabbia tra le dune calve 
      sulle orme perse da qualcuno
      e io
      dal mare ho il sangue e amaro rimarrò 
      perché calmare il mare non si può
      i miei si amarono laggiù 
      in un agosto e un altro sole si annegò 
      lingue di fuoco e uve fragole
      quando il giorno cammina ancora 
      sulle tegole del cielo 
      e sembra non sedersi mai.
      e innanzi al mare ad ansimare sto 
      perché domare il mare non si può
      e come pietra annerirò 
      a consumare 
      a catramare 
      a tracimare 
      a fiumare 
      a schiumare
      a chiamare
      quel mare che fu madre e che non so...
un azzurro scalzo in cielo 
      il cielo matto di marzo e di quel nostro incontro 
      al centro tu poggiata sui ginocchi 
      e il vento sui capelli e sui tuoi occhi
      qui l'ombra cade giù dalla tua mano 
      un orizzonte di cani abbaia da lontano
      tu aggrappata alla ringhiera 
      di una tenera e distratta primavera
      pomeriggio lento e un po' svogliato 
      maggio è andato via un dito sotto il mento
      e gli uccelli fuggono infilando il verde dove la 
      città si perde
      sopra un foglio di carta vetrata 
      luglio e tu sdraiata tu sporca di baci e sabbia
      a cercar le labbra smisurate dell'estate sulle mie
      in quest'altra stiamo insieme 
      come ridi di gusto e fino a soffocarti
      io stringevo agosto e te 
      vedendoti con gli occhi miei per non scordarti
      e ancora tu tra file di alberi 
      che cuciono colline di uva bianca
      tu sei stanca un giorno intero a bere vino 
      e un contadino col bicchiere in mano li' vicino
      foglie arrugginite in fondo al viale 
      e nuove voglie e tu tu sei venuta male
      la tua faccia un po' tirata e una risata senza più 
      allegria e incoscienza
      l'aria acerba della domenica mattina 
      sopra l'erba e tu e lacrime di brina
      guance colorate mentre sbucci arance e stupide 
      bugie
      resta li
      non muoverti 
      sorridi un po' 
      adesso voltati
      fai così 
      appoggiati 
      non dire no 
      amore guarda qui
      gennaio e il fiato grosso scalda le parole 
      il sole andava giù cielo di marmo rosso
      tu un po' nera contro quella sera che scavava il 
      nostro addio e scappava
      la pioggia fina salta sopra i marciapiedi 
      noia moschina e tu tu guardi ma non vedi 
      che è finita e tra le dita non ci sono che fotografie
      un azzurro scalzo in cielo 
      il cielo matto di marzo e di quel nostro incontro 
      al centro tu poggiata sui ginocchi 
      e gli occhi tuoi per sempre nei tuoi occhi
io mi nascosi in te poi ti ho nascosto 
      da tutti e tutti per non farmi più trovare
      e adesso che torniamo ognuno al proprio posto 
      liberi finalmente e non saper che fare
      non ti lasciai un motivo nè una colpa 
      ti ho fatto male per non farlo alla tua vita
      tu eri in piedi contro il cielo e io così
      dolente mi levai imputato alzatevi
      chi ci sarà dopo di te 
      respirerà il tuo odore 
      pensando che sia il mio
      io e te che facemmo invidia al mondo 
      avremmo vinto mai 
      contro un miliardo di persone
      e una storia va a puttane 
      sapessi andarci io...
      ci separammo un po' come ci unimmo 
      senza far niente e niente poi c'era da fare 
      se non che farlo e lentamente noi fuggimmo 
      lontano dove non ci si può più pensare
      finimmo prima che lui ci finisse
      perché quel nostro amore non avesse fine
      volevo averti e solo allora mi riuscì
      quando mi accorsi che ero lì per prenderti.
      chi mi vorrà dopo di te 
      si prenderà il tuo armadio
      e quel disordine 
      che tu hai lasciato nei miei fogli 
      andando via così
      come la nostra prima scena 
      solo che andavamo via di schiena
      incontro a chi 
      insegneremo quello che 
      noi due imparammo insieme 
      e non capire mai 
      cos'è se c'è stato per davvero 
      quell'attimo di eterno che non c'è 
      mille giorni di te e di me...
      ti presento 
      un vecchio amico mio 
      il ricordo di me 
      per sempre per tutto quanto il tempo
      in questo addio 
      io mi innamorerò di te...
dai 
      rifai quel letto su 
      stai 
      sempre a dormire tu 
      noi 
      non ci prendiamo più per niente...
      io 
      a volte ho fame sai
      Dio! 
      che rabbia che mi fai 
      tu 
      prima l'amore e poi dormire...
      e stiamo qui 
      in questa stanza 
      in affitto 
      un letto 
      un bagno 
      una cucina...
      incomprensione 
      torto o 
      ragione 
      malinconia ...
      la sera e la mattina
      e stiamo qui
      oggi come ieri 
      chi dice no 
      chi dice sì
      mio Dio però 
      voglio uscirne fuori
      ma tanto so
      che non potrei
      lasciare lei 
      lasciare lei
      lasciare lei...
      io me ne andrei
      (riproviamo un'altra volta 
      non è detto e poi non si sa mai)
      io me ne andrei
      (cominciamo dal principio 
      tutto quanto vuoi)
      io me ne andrei 
      (mi dai una mano) 
      a cercare lontano 
      (non ci vuole poi tanto) 
      una casa nel vento
      (per ricominciare) 
      e poi volare in alto 
      dove tu non sei 
      (la parola "fine" non esiste mai)...
      io me ne andrei 
      lo faccio sai
      lo faccio sai
      e poi vedrai
      ma tu che vuoi 
      dicendo e noi
      che importa noi...
      io qui tu là
      bicchieri vuoti, vestiti 
      cicche sopra il pavimento...
      che confusione 
      maledizione che giorno è
      devo aver perso il conto....
      io qui tu là 
      a guardare il soffitto 
      come si può, come si fa
      mio Dio però
      come sono ridotto
      io non lo so 
      che ho fatto mai 
      ho paura sai 
      paura sai
      paura sai
      io me ne andrei 
      (riproviamo un'altra volta 
      non è detto e poi non si sa mai)
      io me ne andrei 
      (cominciamo dal principio 
      tutto quanto vuoi)
      io me ne andrei
      (mi dai una mano) 
      a cercare lontano 
      (non ci vuole poi tanto) 
      una casa nel vento
      (per ricominciare) 
      e poi volare in alto 
      dove tu non sei 
      (son sicuro che ce la farai)...
      io me ne andrei 
      lo faccio sai
      lo faccio sai
      e poi vedrai 
      ma tu che vuoi 
      dicendo e noi
      che importa noi...
      no, no io non parlo più... 
      tu, resta a dormire tu...
      io, io sto affondando giù da solo...
come sarà un giorno perdere 
      la strada e andare via 
      incontro alla realtà
      farsi travolgere da un vento di follia
      come sarà
      le mani stringere 
      con tutta l'energia
      che l'aria ci darà 
      le onde a fendere
      sassi schizzati via
      avremo ancora braccia 
      come ali libere
      di bere giorni e sere 
      e un sole di isole
      su questa nostra faccia 
      parole e musica 
      ad asciugarci gole 
      per una verità
      noi noi no
      noi noi no
      noi noi no
      noi noi no
      noi noi no
      noi noi no
      noi o noi mai più rubati
      come sarà 
      spaccare il mondo in due
      sputare il nocciolo
      con quell'ingenuità
      delle canzoni mie
      di un cuore incredulo
      avremo le speranze
      di figli in prestito
      che presto cresceranno
      un anno è un attimo
      e un cielo accenderanno
      comete come te
      e quanto amore e sete
      che possa piovere
      di più giù in fondo là 
      più su più in alto 
      ancora oltre 
      noi noi no
      noi noi no
      noi noi no
      noi noi no
      noi noi no
      noi noi no
      noi o noi mai più rubati
      noi che mai
      finimmo di aspettare
      provando a vivere
      e non vogliamo andare 
      in paradiso se
      lì non si vede il mare
      noi no
      noi noi no
      noi o noi mai più rubati
      noi noi no
      noi noi no
      noi noi no
      noi o noi mai più rubati
      noi noi no
      noi noi no
      noi noi no
      noi o noi mai più rubati
      noi noi no
      noi sogni di poeti
la vita è adesso 
      nel vecchio albergo della terra 
      e ognuno in una stanza 
      e in una storia
      di mattini più leggeri 
      e cieli smarginati di speranza 
      e di silenzi da ascoltare 
      e ti sorprenderai a cantare 
      ma non sai perché
      la vita è adesso
      nei pomeriggi appena freschi
      che ti viene sonno 
      e le campane girano le nuvole 
      e piove sui capelli 
      e sopra i tavolini dei caffè all'aperto 
      e ti domandi certo 
      chi sei tu 
      sei tu che spingi avanti il 
      cuore ed il lavoro duro 
      di essere uomo e non sapere 
      cosa sarà il futuro 
      sei tu nel tempo che ci fa più grandi 
      e soli in mezzo al mondo 
      con l'ansia di cercare insieme 
      un bene più profondo
      e un altro che ti dia respiro 
      e che si curvi verso te 
      con un'attesa di volersi di più 
      e non capir cos'è 
      e tu che mi ricambi gli occhi 
      in questo istante immenso 
      sopra il rumore della gente 
      dimmi se questo ha un senso 
      la vita è adesso 
      nell'aria tenera di un dopocena 
      e musi di bambini 
      contro i vetri 
      e i prati che si lisciano come gattini 
      e stelle che si appicciano ai lampioni
      milioni 
      mentre ti chiederai 
      dove sei tu 
      sei tu che porterai il tuo amore 
      per cento e mille strade 
      perché non c'è mai fine al viaggio 
      anche se un sogno cade 
      sei tu che hai un vento nuovo tra le braccia
      mentre mi vieni incontro 
      e imparerai che per morire 
      ti basterà un tramonto 
      in una gioia che fa male di più 
      della malinconia 
      ed in qualunque sera ti troverai 
      non ti buttare via 
      e non lasciare andare un giorno 
      per ritrovar te stesso 
      figli di un cielo così bello 
      perché la vita è adesso
      è adesso
      è adesso
ma come raglia quella tele 
      accesa tutto quanto il giorno 
      ti prego tagliale la lingua e troppo forte 
      io sono troppo debole 
      e tu troppo spoglia mi stai intorno 
      mi togli Ìukulele dal mio pianoforte 
      stanotte ho avuto un incubo 
      per colpa di questa canzone 
      che la scrivevo ma non era mai finita 
      poi la suonavo ma chissà 
      se per un pubblico o un plotone 
      ero bendato e fu un'esecuzione a vita 
      ma prestami la macchina 
      o rompo il vetro con un sasso 
      che devo seminare tutti questi guai 
      e fuggirò ma dove andrò 
      se il mio morale e cosi basso 
      che già si sta impiccando ad un bonsai 
      come ti pare questo disco? 
      questo disco pare.... si mi sa una buona idea 
      mi pare appena un po' pesante 
      ma che poppe sante poppe da epopea poppea 
      tu batti sempre su quel tasto 
      e non mi dai un aiutino 
      a battere il mio testo e non il mio testosterone 
      cos'è che ho visto nero nero 
      proprio sotto il grembiulino 
      oh oh davvero complimenti per la trasmissione 
      se spegni il muso alla tivvu 
      io forse un poco mi concentro 
      e questo pezzo te lo termino prima del gong 
      ci ho un tale rodimento 
      che mi rode fuori e rode dentro 
      che ci vorrebbero le mani di King Kong 
      per certi tizi di potere 
      comandare e più di fottere 
      io ho altri vizi 
      anziché farmi comandare 
      preferisco farmi sfottere da te che mi sfizi 
      che non da quei supplizi 
      vuoti V.O.T. vuoti V.O.T. vuoti 
      con le facce da idioti 
      V.O.T. vuoti V.O.T. vuoti 
      belli beneamati e beoti 
      beati noi abbonati al fatelo da voi 
      ohoh voyeurs ohoh voyeurs 
      ohohoh voyeurs ohoh voyeurs ohoh voyeurs 
      ohoh voyeurs ohoh voyeurs 
      ohohoh voyeurs io e te della tv soccombuto 
      tributo alla tribu dei
      vuoti V.O.T. vuoti V.O.T. vuoti 
      sempre i soliti noti 
      V.O.T. vuoti V.O.T. vuoti 
      pieni di quattrini e di voti 
      devoti noi restiamo 
      patrioti ci schieriamo 
      coi figli e coi nipoti 
      noi vi guardiamo 
      io spero in Dio sempre di più 
      e l'unico quaggiù 
      che ancora alla tivvu 
      non e mai apparso 
      amore mio dai vieni qui 
      e amiamoci cosi 
      di fronte a quelli li 
      e un bell'applauso 
      vuoti V.O.T. vuoti V.O.T. vuoti 
      con le facce da 
      vuoti V.O.T. vuoti V.O.T. vuoti 
      con le facce da
fammi andar via
      liberami
      da questa prigionia
      fammi andar via 
      risparmiami 
      un'altra litania
      non serve a niente 
      dire che mi ami 
      ma tanto chi ci sente
      se per noi 
      si parleranno d'ora in poi 
      i legami
      un minuto di raccoglimento 
      oggi si è spento un sogno 
      conti fino a cento 
      e torni a vivere 
      perché hai bisogno 
      e se andrai lontano fa' che non sia troppo fuori 
      mano 
      o trova un posto irraggiungibile 
      e calerà la fine 
      in questo cine senza schermo 
      io e te come in un fermo immagine 
      attori e spettatori
      chiama la polizia 
      che ho appena fatto fuori 
      la tua bella allegria
      per risparmiarle ancora dei dolori
      non la potevo più soffrire 
      non dovrà soffrire più
      ci amammo alla follia 
      poi siamo rinsaviti 
      per quella malattia di noi guariti 
      dal quel fottuto medico del tempo 
      al crocevia di una via crucis 
      via la croce e così sia
      fammi andar via
      aiutami 
      in questa eutanasia 
      non ci ameremo più qui ma attraverso 
      ciò che in altri giorni avremo perso 
      e nei ritorni della gelosia 
      ce lo divideremo 
      quel pagheremo al boia
      per crepare poi di noia o nostalgia 
      ma che sia morte e mai ferita 
      quando tu chiederai 
      i baci e un'altra vita 
      agli uomini usurai 
      diglielo che tra noi non è finita 
      che ti ho fregato tutto che sei in lutto 
      che sei roba mia 
      l'avrebbero chiamato poi 
      il nostro numeretto 
      e tocca pure a noi noi dentro il sacchetto 
      di questa sporta tombola del mondo 
      che vuoi che sia sia che sia
      si' sia che sia no lascia che sia così 
      poi sia poesia 
      fammi andar via 
      perdonati 
      questa vigliaccheria 
      fammi andar via 
      fallo per me 
      fammi andar via da te...
cosa ho fatto 
      nella testa una musica 
      che mi far diventar matto
      una macchina prima per poco 
      non mi ha messo sotto 
      l' avesse fatto almeno finiva tutto
      torno a casa 
      e rivedo in un attimo un bar
      una casa una chiesa
      ma che bella sorpresa mi hai fatto 
      e chissà quale scusa hai trovato tu...
      ma che cosa è cambiato...
      ma dov'è che hai buttato il mio amore
      e non se sia meglio sparire 
      e non so dar retta al mio orgoglio 
      non so se ora ma...
      io ti voglio quanto ti voglio 
      e non posso fare a meno 
      di te di ieri
      dei tuoi grandi occhi chiari 
      sei ancora quella che eri o no?
      "ciao soldato" 
      sulla porta mia madre felice 
      mi ha già salutato
      non le ho neanche chiesto "stai bene?"
      e davanti le sono passato
      "Dio che sei diventato?"
      "mamma lasciami stare da solo"
      "ti preparo qualcosa avrai fame?"
      "non ho fame non ho proprio niente
      non voglio nessuno..."
      io ti voglio quanto ti voglio 
      e non me ne importa niente 
      di ciò che hai fatto
      se ci sei stata a letto
      tanto il tempo aggiusta tutto...
      Io ti odio ti odio ti odio 
      ma perché sei tanto bella 
      ti odio 
      perché non scompari perché non ti uccidi...
      e perché ti voglio io...
quella sua maglietta fina 
      tanto stretta al punto che mi immaginavo tutto
      e quell'aria da bambina 
      che non glielo detto mai ma io ci andavo matto
      e chiare sere d'estate 
      il mare i giochi e le fate
      e la paura e la voglia 
      di essere nudi
      un bacio a labbra salate
      il fuoco quattro risate
      e far l'amore giù al faro...
      ti amo davvero ti amo lo giuro...ti amo ti amo 
      davvero!
      e lei 
      lei mi guardava con sospetto 
      poi mi sorrideva e mi teneva stretto stretto
      ed io 
      io non ho mai capito niente 
      visto che ora mai non me lo levo dalla mente 
      che lei lei era 
      un piccolo grande amore
      solo un piccolo grande amore
      niente più di questo niente più!
      mi manca da morire 
      quel suo piccolo grande amore
      adesso che saprei cosa dire
      adesso che saprei cosa fare
      adesso che voglio
      un piccolo grande amore
      quella camminata strana
      pure in mezzo a chissacchè l'avrei riconosciuta
      mi diceva "sei una frana"
      ma io questa cosa qui mica l'ho mai creduta
      e lunghe corse affannate 
      incontro a stelle cadute
      e mani sempre più ansiose 
      di cose proibite
      e le canzoni stonate 
      urlate al cielo lassù 
      "chi arriva prima a quel muro..."
      non sono sicuro se ti amo davvero 
      non sono...non sono sicuro...
      e lei 
      tutto ad un tratto non parlava
      ma le si leggeva chiaro in faccia che soffriva
      ed io 
      io non lo so quant' è che ha pianto
      solamente adesso me ne sto rendendo conto
      che lei lei era 
      un piccolo grande amore
      solo un piccolo grande amore
      niente più di questo niente più
      mi manca da morire 
      quel suo piccolo grande amore 
      adesso che saprei cosa dire
      adesso che che saprei cosa fare
      adesso che voglio 
      un piccolo grande amore...
la mia sigaretta brilla rossa 
      insieme a luci di periferia
      zampate della vita sulle mie ossa
      sei più sincera quando dici una bugia
      sull'asfalto acquoso una luna affilata tagliare 
      i fili che legano le stelle
      stringo al cuore una lattina vuota e scopro che hai 
      lasciato 
      le unghie sulla mia pelle
      finestrini aperti a dissetarmi di vento 
      la mia ruota incollata sulla striscia bianca 
      della mezzeria 
      gli occhi come due pezzi di vetro 
      tu non sei come mi credevo io 
      un autotreno mi ruggisce dietro 
      ma perché hai fatto il mondo così triste Dio?
      alberi si drizzano ai lati della strada mi corrono 
      accanto 
      e il buio se l'inghiotte
      alla radio un rock arrabbiato come un pugno allo 
      stomaco 
      che mi stringe nella notte
      un dolore e un lampo di fuoco rosso 
      dentro a questo amore che io non posso 
      io non posso più
      voglio andar via i 
      piedi chiedono dove ma via 
      tanto non ti perderò perché tu non sei stata mai 
      via
      voglio andar via 
      da quei tuoi occhi che tirano sassi
      e come in un duello far dieci passi 
      e poi guardarci l'ultima volta e via 
      dimmi che cos'è che ci hanno fatto 
      dimmi cosa c'è che io non so 
      perché tutto è finito come cenere in un piatto 
      e quei ragazzi ch'eravamo noi non ci sono più
      e scambiare due parole brevi 
      con la notte blu dei benzinai 
      io ti baciavo mentre tu piangevi 
      e adesso che io piango tu chi bacerai
      un caffè che drizza i capelli un pacchetto di fumo 
      e il vento rilegge il mio giornale 
      e domani uscire di nuovo farmi una faccia allegra 
      per il prossimo Carnevale 
      un chiarore freddo come un rasoio 
      per un altro giorno che nasce muoio
      muoio muoio 
      voglio andar via 
      i sogni cercano dove ma via 
      anche all'inferno ci sarà qualcuno a farmi 
      compagnia 
      voglio andar via da te
      che goccia a goccia hai bevuto il mio cuore 
      e dagli straccivendoli ricomprare 
      quel che resta del mio amore e andare via