o bella mia
io vado via
e non ti porto con me
c'è un viaggio che
ognuno fa solo con se
perché non è che si va vicino
perché un destino non ha
un mattone vuole esser casa
un mattino divenire chiesa
ed il matto che c'è in me
che si chiede che cos'è
vuole diventare qualche cosa
e sar... una strada senza fine
sotto una spada o su una fune
a cercare il mio Far West
a trovare il Santo Graal
una corsa brada oltre il confine
una luce prenderò
per te l... fuori
quando io camminerò
le vie dei colori
scalerò le rocce in mezzo al vento
sulle tracce di chi ha perso o vinto
vagherò la mia odissea
nella idea di te mia idea
tagliati le trecce e vai in convento
una voce prenderò
per te là fuori
quando io camminerò
le vie dei colori
c'era un cavaliere
bianco e nero prigioniero
senza un sogno nè un mistero
senza fede nè eresia
senza le ali di un destriero
senza le onde di un veliero
se la sorte rivolesse ciò che speso
io forte non sarei per il tuo peso
a volare in un rodeo
a valere in un torneo
della morte ed essere il tuo sposo
una pace prenderò
per te là fuori
quando io camminerò
le vie dei colori
c'era un cavaliere
bianco e nero prigioniero
senza un posto nè un sentiero
senza diavolo nè Dio
senza un cielo da sparviero
senza un grido di un guerriero
io ti lascio senza perderti
e ti perdo un po'
anche se poi
lasciarti è un po' perdermi
o bella mia
o bella ciao
io sono via
con un pensiero di te immenso
e un nuovo senso di me
c'era un cavaliere giallo
che rubò un cavallo alle scogliere
e un cristallo alle miniere di un metrò
sulle ciminiere disegnò un castello di corallo
e al ballo tutto il quartiere andò
c'era un cavaliere rosso
che salì sul dosso di bufere
sopra il fosso delle sere di città
dietro un cielo mosso di ringhiere dentro il mare
grosso
di un braciere di immensità
c'era un cavaliere blu
che catturò la gioventù- di primavere
che portò chimere in schiavitù-
liberò le gru dalle lamiere di un cantiere
verso un campo di preghiere laggiù-
dove arriverai anche tu
camminando le vie dei colori
io ed i miei occhi scuri siamo diventati grandi
insieme
con l'anima smaniosa a chiedere di un posto che
non c'è
tra mille mattini freschi di biciclette
mille più tramonti dietro i fili del tram
ed una fame di sorrisi e braccia intorno a me
io e i miei cassetti di ricordi e di indirizzi che ho
perduto
ho visto visi e voci di chi ho amato prima o poi
andar via
e ho respirato un mare sconosciuto nelle ore
larghe e vuote di un'estate di città
accanto alla mia ombra nuda di malinconia
io e le mie tante sere chiuse come chiudere un
ombrello
col viso sopra al petto a leggermi i dolori ed i miei
guai
ho camminato quelle vie che curvano seguendo il
vento
e dentro a un senso di inutilità...
e fragile e violento mi son detto tu vedrai vedrai
vedrai
strada facendo vedrai
che non sei più da solo
strada facendo troverai
un gancio in mezzo al cielo
e sentirai la strada far battere il tuo cuore
vedrai più amore, vedrai
io troppo piccolo tra tutta questa gente che c'è al
mondo
io che ho sognato sopra un treno che non è partito
mai
e ho corso in mezzo ai prati bianchi di luna
per strappare ancora un giorno alla mia ingenuità
e giovane e violento mi son detto tu vedrai vedrai
vedrai
strada facendo vedrai
che non sei più da solo
strada facendo troverai
anche tu un gancio in mezzo al cielo
e sentirai la strada far battere il tuo cuore
vedrai più amore vedrai
e una canzone neanche questa potrà mai cambiar
la vita
ma che cos'è che ci fa andare avanti e dire che
non è finita
cos'è che ci spezza il cuore tra canzoni e amore
che ci fa cantare e amare sempre più
perché domani sia migliore, perché domanitu
strada facendo vedrai
"t' aggio voluto bene
tu m' hai voluto bene a me
mo nun' nce amammo cchiù
ma a vvote distrattamente pienzo a te..."
è l' una snza luna
senza te e senza la mia stella
dopo non l' ho cantata più
la tua canzone Reginella
ti dissi proprio una idiozia
forse per farti torto
quando ti urlai
che era durata pure troppo
il cuore lo trovai in corsia
caduto mezzo morto
poi si rialzò ma restò zoppo
a vita
dicevi di essere di Napoli
ma non c'eri mai stata
e se si usciva avevi sempre su
qualcosa un po' scollata
anche quei nomi che inventai
quando li pronunciavo
non era chiamarti ma per sospirarli
nemmeno un gatto ti comprai
o un uccellino schiavo
compagno di segreti
per imprigionarli
fabbricai le reti
ma una bella gabbia no...
lo so Reginè
che mi hai voluto bene
forse più di me
e quello ti rimane
sopra il letto delle nostre cene
non c'era un gran che
c'eri tu Reginè
ma perché hai dato un po' di te
a ognuna delle altre donne
quanto di te darai agli uomini
per farmi stare insonne
chissà se amavi proprio me
nel tempo in cui mi hai amato
ma proprio me hai smesso
tu di amare un giorno
ed io incendiai tutto di te
ma si smorzò bagnato
dal pianto del rimpianto
che pioveva intorno
al mio annuncio affranto
triste vedovo di te
lo sai Reginè
che ti ho voluto bene
e mai l'ho detto a te
ci ho fatto una canzone
e almeno questa ti appartiene
come un po' di me Reginè
Reginella
balla Reginè bella
finché vorrai ballare
anche il tuo re
non ti potrà vedere
nel passato ti verrà a cercare
e dicono che se ne va
camminando in fondo al mare
danzando
seduto con le mani in mano
sopra una panchina fredda del metro
sei lì che aspetti quello delle 7.30
chiuso dentro il tuo palteot
un tizio legge attento le istruzioni
sul distributore del caffè
e un bambino che si tuffa dentro a un bignè
e l'orologio contro il muro
segna l'una e dieci da due anni in qua
il nome di questa stazione
è mezzo cancellato dall'umidità
un poster che qualcuno ha già scarabocchiato
dice "Vieni in Tunisia"
c'è un mare di velluto ed una palma
e tu che sogni di fuggire via...
di andare lontano lontano
andare lontano lontano...
e da una radiolina accesa
arrivano le note di un'orchestra jazz
un vecchio con gli occhiali spessi un dito
cerca la risoluzione a un quiz
due donne stan parlando
con le braccia piene di sacchetti dell'Upim
e un giornale è aperto
sulla pagina dei films
e sui binari quanta vita che è passata
e quanta che ne passerà
e due ragazzi stretti stretti
che si fan promesse per l'eternità
un uomo si lamenta ad alta voce
del governo e della polizia
e tu che intanto sogni ancora
sogni sempre sogni di fuggire via...
di andare lontano lontano
andare lontano lontano...
sei li che aspetti quello delle 7,30
chiuso dentro il tuo paletot
seduto sopra una panchina fredda del metro
la scenografia
dei tuoi appartamenti
buia sacrestia della teatralità
la diplomazia lavabiancheria
dei miei chiarimenti
solita amnesia della tranquillità
la didascalia
dei tuoi atteggiamenti
sacra liturgia della formalità
l'autobiografia enciclopedia
dei miei mutamenti tormenti
meteorologia della scontrosità
e della codardia
e ci baciamo là
sopra il boccascena
dell'ultima cena di chi tradirà
e un'altra volta in più già
ci si uccide la passione
dentro un'auto nel burrone
la spingiamo giù ma
siamo sempre qua
storie in bianco e nero
dove abbiamo solo
un ruolo fisso da comparsa
nelle file di un bolero
e tutto il resto e farsa
noi venimmo qua
facce da straniero
dentro questa scena
oscena per non farne a meno
altro giro di bolero
ed un altro sorso di veleno
la radiografia
dei miei giuramenti
vaga profezia della meschinità
la coreografia scelta simmetria
dei tuoi turbamenti
nuda rapsodia della sinuosità
la tappezzeria
dei miei pentimenti
fiacca parodia della maturità
la cineseria micro chirurgia
dei tuoi sentimenti lamenti
pura maestria della fragilità
e della tirannia
e se il mio cuore sta
fermo alla frontiera
tu ti mostri fiera della vanità
perché ci sono anch'io la
tra i tuoi ninnoli d'avorio
a suonare il repertorio
di un eterno addio ma
siamo sempre qua
chiusi in un mistero
che l'amor sia tutto
e tutto ciò che noi sappiamo
dell'amore che e un bolero
in cui ci muoviamo
noi saremo qua
tra il falso e il vero
il bene e il male
quando voleremo
digitando uno e zero
in una realtà virtuale
o contando il tempo di un bolero
ognuno ha il suo tamburo
un solo ritmo
un canto
della comune solitudine
che noi mettemmo insieme
a starci un poco accanto
su questa via dell'abitudine
il tempo vince sempre
il tempo lui soltanto
si muove e noi restiamo immobili
finché ci porta un suono
atteso chissà quanto
e ci promettiamo indivisibili
alberi che sfilano come persone care
fantasmi della strada
devi prendere o lasciare
si comunque vada non come volevi
battono i tamburi battono più lontani
è giusto così
non chiesi mai qualcuno che comprasse la mia
infelicità
(tam tam tam)
non piansi mai davanti alla tristezza ma versi
l'onestà
(tam tam tam)
dimmelo anche tu
che il tempo non ci ha sconosciuto
male e bene mio
che dopo ti hanno amato meglio
si ma non di più
di tutto il poco che ho potuto io
vieni padre mio
usciamo a fare un giro e guida tu
e guarda avanti e non parliamo più
albero padre con un ramo solo
e come tutto torna e come tutto passa
le cose cambiano per vivere
e vivono per cambiare
il mare s'alza e abbassa
ed ogni giorno siamo dietro ad una cassa
a dare il resto e poi sorridere
un ballo senza fiato se la banda passa
e finché non smetti di rincorrere
le storie muoiono quando c'è più paura
di perdersi che voglia di tenersi e com'è dura
quella soglia e come siamo noi i diversi
cambiano le scene cambiano le battute
e anche i battuti
io non potrò incontrarvi in nessun luogo
in nessun'altra età
(tam tam tam)
fermar l'urgenza del mio cuore
il cuore di un uomo a metà
(tam tam tam)
pensa amore mio
che t'insegnai mille altri cieli
e non seppi mai
soffiarti il vento sulle ali
aspettai un addio
e il giorno di lasciarmi ti lasciai
credi figlio mio
mi mancano i tuoi baci che non ho
e sono i soli baci che io so
piccolo figlio
e tu compagno dalle orecchie a punta
io ti parlai di me
come a un fratello a cui ci si racconta
io non ne avevo e allora presi te
e quella tua sgomenta
e nostra malattia di vivere
giùra amico mio
che glielo metteremo ancora lì
a questa vita che va via così
senza aspettarci
tam tam tam
tam tam tam
tu chi sei
che parli diverso
più giovane di me
in un'altra età persa perso
in mezzo ai giorni tuoi
pezzi di quella vita che non so
tu chi sei
tu chi sei
un universo
tu che hai
la nuova promessa
di un segno che lasciai
nell'infinita adesso impressa
in fondo agli occhi tuoi
figli di quella luce che non e
solo tua solo mia
se l'alba e la stessa
cielo e oceano
acqua nell'acqua
onda e nuvola
acqua nell'acqua
fiato dentro il fiato
io in te quant'e passato?
corpo e anima
acqua nell'acqua
vene e lacrime
acqua nell'acqua
il mio grido nel tuo grido
e stato un brivido
un vento caldo da domare
per salirci su e tornare
a riamare aria e mare
con te che fai
un altro sentiero
e insegui la tua vita
in cerca di te vera vero
e non si arriva mai
a sapere quand'è che finirà
tu che hai
io che ho
un cuore sincero
che batte
un cuore che batte
davvero
cielo e oceano
acqua nell'acqua
onda e nuvola
acqua nell'acqua
fiato dentro il fiato
io a te cos'è che ho dato?
corpo e anima
acqua nell'acqua
vene e lacrime
acqua nell'acqua
il mio grido nel tuo grido
e ancora un brivido
che c'è
che piega e piaga la mia schiena
che rovescia un fiume in piena
mi svegliai
su questa scena
e nello sconcerto
cominciai il concerto
e incerto salutai
e attraversai
tutto il deserto
per trovarmi in mare aperto
e respirai
e respirai
acqua nell'acqua di parole
come un salto nelle gole
verso isole di sole
un volo libero di bere
nelle azzurrità leggere
anche per perdersi e cadere
ricadere giù
ninna nanna nanna ninna
er pupetto vò la zinna
fà la ninna dormi pija sonno
che si dormi nun vedrai
tant'infamie e tanti guai
che succedono ner monno
tra le bombe e li fucili
per i popoli che sò civili
ninna nanna tu non senti
li sospiri e li lamenti
de la pora gente che se scanna
che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio della razza
de la gente che se scanna
per un matto che comanna
e a vantaggio pure d'una fede
per un Dio che nun se vede
ma che serve da riparo
ar re macellaro
che sa bene
che la guerra è un gran giro dr quattrini
che prepara le risorse
pè li ladri delle borse
ninna nanna ninna nanna
ninna nanna ninna nanna
ninna nanna ninna nanna
ninna nanna ninna nanna
fà la ninna fà la nanna
fà la ninna che domani
rivedremo ancora li sovrani
che se scambiano la stima
boni amichi come prima
sò cugini e fra parenti
nun se fanno i complimenti
torneranno proprio tutti uguali
li rapporti personali
e senza l'ombra d'un rimorso
sai che ber discorso
ce faranno tutti insieme
su la pace e sul lavoro
pè quer popolo cojone
risparmiato dar cannone
ninna nanna ninna nanna
ninna nanna ninna nanna
ninna nanna ninna nanna
ninna nanna ninna nanna
cosa vuoi di più che avere
il solo guaio delle nubi e un sole nella
pelle su quelle spiagge di vernici e di silenzi bere
a sorsi piccoli i tuoi baci come fontanelle
mattino presto e code splendide di primavera
stanchi di vento e non di noi
cosa vuoi di più entravamo
in quella casa senza tende senza niente dentro
e al centro su una sedia sopra il mondo ci
amavamo
in un abbraccio sospirato come un ballo lento
e con le labbra morse e pallide c'inseguivamo
l'ultima nostra faccia
vivi eravamo
come aria semplice
vivi eravamo
come fuoco giovane
a cuore nudo vivi eravamo
come acqua umile
vivi come terra fertile
cosa vuoi di più che andare
mettendo tutta l'aria di una sera nei polmoni
come aquiloni nelle vie degli altri camminare
cercando una paura nuova e il buoi dei portoni
tirarti su la gonna farlo in piedi e assaporare
la nostra dura affinità
cosa vuoi di più stavamo
senza vestiti senza tempo senza altro sotto
il tuo cappotto e con le gambe ci accarezzavamo
e un cielo pesto e Dio se la mandava giù a dirotto
e dentro agli occhi allarmi a bestemmiarci io ti
amo
riflessi americani
vivi eravamo
come aria semplice
vivi eravamo
come fuoco giovane
a cuore nudo
vivi eravamo
come acqua umile
vivi come terra fertile
vivi torneremo
come aria semplice vivi
vivi torneremo come fuoco giovane
a cuore nudo
vivi torneremo
come acqua umile
vivi come terra fertile
che vuoi di più che avere
il solo guaio delle nubi
e non vedere mai chi soffre
e muore e non ha dubbi
tanto è lontano e non lo sai
me ne vado nella notte logorando strade
han lavato il cielo ed ora è ad asciugar sui muri
come quando i miei si vomitavano parole
ed allora mi mandavano a giocare fuori
tu non ci sei
tu non sei più con me
il mio amico sta dicendo che mi vuole bene
ha bevuto troppo e non ricorda più il nome
le finestre occhi spenti stanno già sognando
mulinelli di cartacce e le panchine vuote
non avrei voluto essere il primo della classe
non avrei voluto mai portare i primi occhiali
ho paura di specchiarmi dentro una vetrina
e scoprirmi a ridere di me e dei miei pensieri
sotto il tacco il tacco delle scarpe mezzo
consumato
un giornale spiegazzato pieno di pedate
grande prima eccezionale per il film dell'anno
avventura sesso e una valanga di risate...
quante volte ti ho pensato
sulla sedia di cucina
quante volte ti ho incontrato
nelle cicche che spegnevo
quante volte ti ho aspettato
quante volte ti ho inseguito
quante volte ho chiesto te...
e come gridavo sul cavallo del barbiere
il mio amico si è fermato e sta scalciando un sasso
lui non ha una donna perché ha l'alito cattivo
soffre un po' di tenerezza e parla con se stesso
guardo le mie dita gialle sono tanto stanco
di sputare i mozziconi di tutta una vita
giro salto e ballo come un orso ammaestrato
come vorrei fare a pezzi quella luna idiota
quante volte ti ho pregato
mentre mi graffiavi il cuore
quante volte ti ho guardato
mentre mi cavavi gli occhi
quante volte ti ho cercato
quante volte ti ho trovato
quante ho perso te...
tu dietro un vetro guardi fuori
lungo il luccichio dei marciapiedi
e la gente si è dissolta nella sera
tua madre altezza media sogni medi
che sbatte gli occhi da cammello
e non si è rassegnata e neanche spera
un cespuglio di spini tuo fratello
che pensa sulle unghie delle dita
appitonato con un'aria da bollito
tuo padre mani da operaio a vita
che ride e gli si spacca il viso
impallidito di tv
tu fretta di vivere qualcosa
e ogni cosa è già un ricordo liso
e adesso la pubblicità
tu e le tue voglie imbottigliate
occhi come buchi della chiave
e un'ansia indolenzita sotto neve bianca
tuo padre aspetta sempre qualche nave
funambolo sul filo del passato
e cena con una bistecca stanca
tuo fratello è un grammofono scassato
un fiume di pensieri in fuga
si specchia in un cucchiaio e fa una bocca storta
tua madre si rammenda qualche ruga
e una domanda di dolcezza
che porta in tavola e va via
tu nascosta in fondo a un'amarezza
a far finta che il mondo sia un bel posto
e adesso la pubblicità
ma che giorno è è tutti i giorni
ed una sera ogni sera
e questa sera come le altre
che si siede accanto
e non c'è niente che ritorni
nient' allegria e nessun cerino
per dare fuoco a tutto quanto
tu in quella schienuccia di uccellino
che si curva e si vedono gli affanni
dei tuoi domani e dei tuoi pochi anni
tuo padre si strofina le mascelle
come impanate nella barba
una sigaretta in mezzo ai denti e lui ci parla
intorno
tua madre che si sveglia a strappi e scuote
tutta la polvere di un giorno
senza persone e novità
tuo fratello scemo che dà uno spintone
al tuo cuore rovesciato come tasche vuote
e adesso la pubblicità
oggi è quasi un secolo di noia
e che si fa domani e dopo
e poi nei prossimi vent'anni
figli di speranze
per un attimo di gioia
nella città di antenne e cielo
e luci grigie delle stanze
e la notte cade come un telo
a smorzare gli occhi ed i televisori
e tu dietro un vetro guardi fuori
"questo secolo finisce dieci anni prima
il duemila ha perso la sua Buona Novella
ci resta sempre Novella 2000
ma vedremo ugualmente le stelle da vicino
perché i paparazzi hanno tutti figli missili"
chi m'ha visto no gli venga in mente aiò
di chiamare la mia conduttrice aiò
quell'astuta scimmia oscura tessitrice
di ricami e trame dell'oriente aiò
lei m'ha fatto uscire dalla frasca aiò
con un colpo di cannone aiò
tutto nudo e la bandiera bianca in tasca
a strapparmi la mia confessione aiò
"aveva un nascondiglio e stava li'
cucaio aiò per ore nostro figlio"
sentinella delle mie frontiere aiò
finanziera vecchia volpe grigia aiò
lei mi ha chiesto che cos'hai nella valigia
con quel ciglio in su da doganiere aiò
io portavo via di contrabbando aiò
la mia anima in pena aiò
quando m'ha intimato alt dove stai andando
vado a vivere in una balena aiò aiò
"disse presente all'appello ma
cucaio aiò sembrava un poco assente"
dov'è dov'è
sta in un buco di affittacamere
è sfollato non c'è non c'è
forse è chiuso in bagno a leggere
se il mondo si girasse da una parte aiò
e se andasse via da sotto il letto aiò
pronto a cogliermi in flagrante crimine d'affetto
a cercarmi di veder le carte aiò
e la rossa russa ha mosso e io distratto aiò
il cavallo oltre la torre aiò
e la sua regina nera ha dato il matto aiò
al mio re che ancora se ne corre aiò
"spesso non c'era e non parlava mai
cucaio aiò buongiorno e buonasera"
dov'è dov'è
è rimasto in guerra a combattere
è imboscato non c'è non c'è
s'è nascosto li al Lungotevere
dov'è dov'è
dicono che ha un brutto carattere
è un bandito non c'è non c'è
fammelo ti prego conoscere
dov'è dov'è dacci oggi il nostro disco quotidiano
questo strimpellatore dai la mano
dov'è dov'è dai un bacetto a mamma e zia
dov'è dov'è di' la poesia
da quanto non ti confessi
dove vai che fai
dicci di che segno sei
stai sull'attenti
che disturbi lamenti
dacci le generalità
dacci la tonalità
dov'è dov'è
ha saltato il muro del carcere
è braccato non c'è non c'è
l'hanno messo in porta a respingere
dov'è dov'è dov'è
dov'è dov'è
sta sui monti andiamolo a prendere
è sbandato non c'è non c'è
questo nostro eroe santo e martire
"s'avvicini l'imputato ai banchi"
signor giudice io nego tutto aiò
lei è un uomo che ha studiato aiò
io non le ho mai detto amore tu mi manche
io l'ho solamente urlato aiò aiò
cucaio aiò
aiò aiò
baiò baiò
notte di note note di notte
di luna che imbroglia i cani
vagabondi invisibili nelle vie che sanno tutto
e ci cammino
a tempo col rumore della terra che gira
e fornai che fanno il pane di domani
secchi d'acqua che svegliano i balconi
cotti di sole del mattino
in questa notte di ragnatele
di fili notturni sul mio viso
l'alito largo del vento mi segue
annusando i pantaloni
e quante dita stanno acchiappando note
che cadono giù dal paradiso
e le giornate si chiudono
dietro le serrature dei portoni
buona notte ai piccoli dolori
buona notte a tutti i suonatori
buona notte a queste nubi d'inchiostro
buona notte a questo figlio nostro
qui in questa curva di cielo
ed ogni odore è un ricordo
che torna a bruciapelo
e porta via
la sete i giorni sbagliati
per una notte di pace
nei cuori affaticati
notte di note note di notte
tesa come pelle di tamburo
fari che bucan la pazienza dell'aria
cercando di capirmi gli occhi
in questo stesso istante tra la California e il
Giappone
c'è chi inventerà il futuro
per tutti gli uomini che passano
sui fogli del mondo come scarabocchi
in questa notte di stelle distratte
sorprese da un'alba che confonde
muri vecchi
che respirano un giovane cielo rattoppato
e un risveglio salato di mare
nei cortili deserti che scavalcano le unde
come qualcosa di rauco
che ti chiedi cos'è mentre ti è già passato
buona notte ad ogni nota d'arganto
buona notte a un sollievo di vento
buona notte a questo silenzio d'oro
buona notta buona notte tesoro
qui in questa via di nessuno
mi sto frugando parole
per far sognar qualcuno
quando verrà
dal cielo dove si trova
una speranza di luce
una canzone nuova
qui in questa notte di note
a guardarmi la vita
dentro le mani vuote
ma che cos'è mai
che mi fa credere ancore
mi riga gli occhi d'amore
e mi addormenterà dalla parte del cuore
dove sono stato
in tutti questi anni
io me ne ero andato
a lavarmi i panni
dagli inganni del successo
a riscoprirmi uomo
io sempre lo stesso
più grigio ma non domo
siamo tutti dentro la storia
tardi o presto
e io sono qui
tutti in libertà provvisoria
in arresto o a nasconderci
e dove eravamo rimasti
chissà dove
ma io sono qui
forse prigionieri o fuggiaschi
forse altrove a difenderci
la realtà mi ha fatto atterrare
il mio errore fu di errare
e non ero un eroe
ma sono vivo
e sono qui
e vengo dentro a prenderti
da solo disarmato innamorato
tu devi arrenderti
ci sono io e sono qui
con la pazzia di stringerti
mi hai perquisito gli occhi
e sai sono pulito
non posso ucciderti mai più
e si torna a scendere in pista
un altro viaggio
e io sono qui
non perdiamoci più di vista
nel coraggio
di riprenderci
dentro l'abito della festa quello scuro
ora sono qui
l'unica paura che resta del futuro
è di non esserci
tra sparare oppure sparire
scelgo ancora di sperare
finché ho te da respirare
finché ho un cielo da spiare
per sapere che
io sono vivo e sono qui
e vengo dentro a prenderti
da solo disarmato innamorato
tu devi arrenderti
ci sono io e sono qui
perché ora so pretenderti
far fuori la tua scorta
e fuori dalla porta
sarò ad attenderti così
e scriverò il mio nome
sui fogli della gente
fino a sapere come
mi chiamo e non chi sono veramente
ma quaggiù sto
a chiedere perdono
se sono un uomo giusto
ma sono giusto un uomo
sono qui
e vengo dentro a prenderti
da solo disarmato innamorato
e devi arrenderti
se sono io e sono qui
e resto qui a viverti per vivere
da qualche parte
a mettere le porte al vento
per questo sono qui
tra le barche a pancia all'aria
rauco il vento s'infilo'
l'ultima boccata forte
poi le scarpe si cavo'
con le mani stanche cariche di vene
i vestiti ripiego'
come chi non ha più fretta
verso il mare cammino'
la schiuma gli si fece incontro
e i suoi piedi incateno'
gli occhi acquosi di tristezza
oltre quel cielo
un altro cielo lui cerco'
ti seguirò ...
se tu lo vuoi ...
dovunque andrai ...
io ci sarò ...
strinse intorno a sè le braccia
poi nell'acqua scivolo'
i treni partiti senza portarci via
non si fermeranno più qua
finchè la certezza non ci abbandonerà
e ancora la pioggia cadrà
il riflesso della luna
nel suo solco lo guido'
pallide le spalle magre
contro l'orizzonte andò
un silenzio nero come il culo dell'inferno
e lui si accompagno'
io non lo so ...
cosa non va ...
che cosa c'è ...
cosa sarà ...
metro dopo metro spinse il cuore
e la notte attraverso'
i sogni sognati con tanta ingenuità
marciscono in fondo a una via
finchè la paura non ci addormenterà
e ancora la pioggia cadrà
con le braccia più rabbiose
il suo corpo trascino'
e sfido' la nebbia densa
che pian piano lo abbraccio'
le speranze mezze uccise dalla vita
tra le onde abbandono'
non ti amo più ...
non sono tua ...
che cosa vuoi ...
vattene via ...
si aggrappo' sfinito al suo dolore
ed il mare lo ingoio' ...
saranno stati scogli di carbone dolce
dentro il ferro liquefatto
di una luna che squagliò un suo quarto
come un brivido mulatto
o un bianco volar via di cuori pescatori
acqua secca di un bel cielo astratto
chissà se c'erano satelliti o comete
in un'alba senza rughe
larghe nuvole di muffa e olio
appaiate come acciughe
o una vertigine di spiccioli di pesci
nella luce nera di lattughe
e io
dal mare venni e amare mi stremò
perché infiammare il mare non si può
aveva forse nervi e fruste di uragani
scure anime profonde
tra le vertebre di vetro e schiuma
urla di leoni le onde
o tende di merletto chiuse su farine
corpi caldi di sirene bionde
forse era morto senza vento nei polmoni
graffio di cemento bruno
barche stelle insonni a ramazzare
nelle stanze di Nettuno
o turbini di sabbia tra le dune calve
sulle orme perse da qualcuno
e io
dal mare ho il sangue e amaro rimarrò
perché calmare il mare non si può
i miei si amarono laggiù
in un agosto e un altro sole si annegò
lingue di fuoco e uve fragole
quando il giorno cammina ancora
sulle tegole del cielo
e sembra non sedersi mai.
e innanzi al mare ad ansimare sto
perché domare il mare non si può
e come pietra annerirò
a consumare
a catramare
a tracimare
a fiumare
a schiumare
a chiamare
quel mare che fu madre e che non so...
un azzurro scalzo in cielo
il cielo matto di marzo e di quel nostro incontro
al centro tu poggiata sui ginocchi
e il vento sui capelli e sui tuoi occhi
qui l'ombra cade giù dalla tua mano
un orizzonte di cani abbaia da lontano
tu aggrappata alla ringhiera
di una tenera e distratta primavera
pomeriggio lento e un po' svogliato
maggio è andato via un dito sotto il mento
e gli uccelli fuggono infilando il verde dove la
città si perde
sopra un foglio di carta vetrata
luglio e tu sdraiata tu sporca di baci e sabbia
a cercar le labbra smisurate dell'estate sulle mie
in quest'altra stiamo insieme
come ridi di gusto e fino a soffocarti
io stringevo agosto e te
vedendoti con gli occhi miei per non scordarti
e ancora tu tra file di alberi
che cuciono colline di uva bianca
tu sei stanca un giorno intero a bere vino
e un contadino col bicchiere in mano li' vicino
foglie arrugginite in fondo al viale
e nuove voglie e tu tu sei venuta male
la tua faccia un po' tirata e una risata senza più
allegria e incoscienza
l'aria acerba della domenica mattina
sopra l'erba e tu e lacrime di brina
guance colorate mentre sbucci arance e stupide
bugie
resta li
non muoverti
sorridi un po'
adesso voltati
fai così
appoggiati
non dire no
amore guarda qui
gennaio e il fiato grosso scalda le parole
il sole andava giù cielo di marmo rosso
tu un po' nera contro quella sera che scavava il
nostro addio e scappava
la pioggia fina salta sopra i marciapiedi
noia moschina e tu tu guardi ma non vedi
che è finita e tra le dita non ci sono che fotografie
un azzurro scalzo in cielo
il cielo matto di marzo e di quel nostro incontro
al centro tu poggiata sui ginocchi
e gli occhi tuoi per sempre nei tuoi occhi
io mi nascosi in te poi ti ho nascosto
da tutti e tutti per non farmi più trovare
e adesso che torniamo ognuno al proprio posto
liberi finalmente e non saper che fare
non ti lasciai un motivo nè una colpa
ti ho fatto male per non farlo alla tua vita
tu eri in piedi contro il cielo e io così
dolente mi levai imputato alzatevi
chi ci sarà dopo di te
respirerà il tuo odore
pensando che sia il mio
io e te che facemmo invidia al mondo
avremmo vinto mai
contro un miliardo di persone
e una storia va a puttane
sapessi andarci io...
ci separammo un po' come ci unimmo
senza far niente e niente poi c'era da fare
se non che farlo e lentamente noi fuggimmo
lontano dove non ci si può più pensare
finimmo prima che lui ci finisse
perché quel nostro amore non avesse fine
volevo averti e solo allora mi riuscì
quando mi accorsi che ero lì per prenderti.
chi mi vorrà dopo di te
si prenderà il tuo armadio
e quel disordine
che tu hai lasciato nei miei fogli
andando via così
come la nostra prima scena
solo che andavamo via di schiena
incontro a chi
insegneremo quello che
noi due imparammo insieme
e non capire mai
cos'è se c'è stato per davvero
quell'attimo di eterno che non c'è
mille giorni di te e di me...
ti presento
un vecchio amico mio
il ricordo di me
per sempre per tutto quanto il tempo
in questo addio
io mi innamorerò di te...
dai
rifai quel letto su
stai
sempre a dormire tu
noi
non ci prendiamo più per niente...
io
a volte ho fame sai
Dio!
che rabbia che mi fai
tu
prima l'amore e poi dormire...
e stiamo qui
in questa stanza
in affitto
un letto
un bagno
una cucina...
incomprensione
torto o
ragione
malinconia ...
la sera e la mattina
e stiamo qui
oggi come ieri
chi dice no
chi dice sì
mio Dio però
voglio uscirne fuori
ma tanto so
che non potrei
lasciare lei
lasciare lei
lasciare lei...
io me ne andrei
(riproviamo un'altra volta
non è detto e poi non si sa mai)
io me ne andrei
(cominciamo dal principio
tutto quanto vuoi)
io me ne andrei
(mi dai una mano)
a cercare lontano
(non ci vuole poi tanto)
una casa nel vento
(per ricominciare)
e poi volare in alto
dove tu non sei
(la parola "fine" non esiste mai)...
io me ne andrei
lo faccio sai
lo faccio sai
e poi vedrai
ma tu che vuoi
dicendo e noi
che importa noi...
io qui tu là
bicchieri vuoti, vestiti
cicche sopra il pavimento...
che confusione
maledizione che giorno è
devo aver perso il conto....
io qui tu là
a guardare il soffitto
come si può, come si fa
mio Dio però
come sono ridotto
io non lo so
che ho fatto mai
ho paura sai
paura sai
paura sai
io me ne andrei
(riproviamo un'altra volta
non è detto e poi non si sa mai)
io me ne andrei
(cominciamo dal principio
tutto quanto vuoi)
io me ne andrei
(mi dai una mano)
a cercare lontano
(non ci vuole poi tanto)
una casa nel vento
(per ricominciare)
e poi volare in alto
dove tu non sei
(son sicuro che ce la farai)...
io me ne andrei
lo faccio sai
lo faccio sai
e poi vedrai
ma tu che vuoi
dicendo e noi
che importa noi...
no, no io non parlo più...
tu, resta a dormire tu...
io, io sto affondando giù da solo...
come sarà un giorno perdere
la strada e andare via
incontro alla realtà
farsi travolgere da un vento di follia
come sarà
le mani stringere
con tutta l'energia
che l'aria ci darà
le onde a fendere
sassi schizzati via
avremo ancora braccia
come ali libere
di bere giorni e sere
e un sole di isole
su questa nostra faccia
parole e musica
ad asciugarci gole
per una verità
noi noi no
noi noi no
noi noi no
noi noi no
noi noi no
noi noi no
noi o noi mai più rubati
come sarà
spaccare il mondo in due
sputare il nocciolo
con quell'ingenuità
delle canzoni mie
di un cuore incredulo
avremo le speranze
di figli in prestito
che presto cresceranno
un anno è un attimo
e un cielo accenderanno
comete come te
e quanto amore e sete
che possa piovere
di più giù in fondo là
più su più in alto
ancora oltre
noi noi no
noi noi no
noi noi no
noi noi no
noi noi no
noi noi no
noi o noi mai più rubati
noi che mai
finimmo di aspettare
provando a vivere
e non vogliamo andare
in paradiso se
lì non si vede il mare
noi no
noi noi no
noi o noi mai più rubati
noi noi no
noi noi no
noi noi no
noi o noi mai più rubati
noi noi no
noi noi no
noi noi no
noi o noi mai più rubati
noi noi no
noi sogni di poeti
la vita è adesso
nel vecchio albergo della terra
e ognuno in una stanza
e in una storia
di mattini più leggeri
e cieli smarginati di speranza
e di silenzi da ascoltare
e ti sorprenderai a cantare
ma non sai perché
la vita è adesso
nei pomeriggi appena freschi
che ti viene sonno
e le campane girano le nuvole
e piove sui capelli
e sopra i tavolini dei caffè all'aperto
e ti domandi certo
chi sei tu
sei tu che spingi avanti il
cuore ed il lavoro duro
di essere uomo e non sapere
cosa sarà il futuro
sei tu nel tempo che ci fa più grandi
e soli in mezzo al mondo
con l'ansia di cercare insieme
un bene più profondo
e un altro che ti dia respiro
e che si curvi verso te
con un'attesa di volersi di più
e non capir cos'è
e tu che mi ricambi gli occhi
in questo istante immenso
sopra il rumore della gente
dimmi se questo ha un senso
la vita è adesso
nell'aria tenera di un dopocena
e musi di bambini
contro i vetri
e i prati che si lisciano come gattini
e stelle che si appicciano ai lampioni
milioni
mentre ti chiederai
dove sei tu
sei tu che porterai il tuo amore
per cento e mille strade
perché non c'è mai fine al viaggio
anche se un sogno cade
sei tu che hai un vento nuovo tra le braccia
mentre mi vieni incontro
e imparerai che per morire
ti basterà un tramonto
in una gioia che fa male di più
della malinconia
ed in qualunque sera ti troverai
non ti buttare via
e non lasciare andare un giorno
per ritrovar te stesso
figli di un cielo così bello
perché la vita è adesso
è adesso
è adesso
ma come raglia quella tele
accesa tutto quanto il giorno
ti prego tagliale la lingua e troppo forte
io sono troppo debole
e tu troppo spoglia mi stai intorno
mi togli Ìukulele dal mio pianoforte
stanotte ho avuto un incubo
per colpa di questa canzone
che la scrivevo ma non era mai finita
poi la suonavo ma chissà
se per un pubblico o un plotone
ero bendato e fu un'esecuzione a vita
ma prestami la macchina
o rompo il vetro con un sasso
che devo seminare tutti questi guai
e fuggirò ma dove andrò
se il mio morale e cosi basso
che già si sta impiccando ad un bonsai
come ti pare questo disco?
questo disco pare.... si mi sa una buona idea
mi pare appena un po' pesante
ma che poppe sante poppe da epopea poppea
tu batti sempre su quel tasto
e non mi dai un aiutino
a battere il mio testo e non il mio testosterone
cos'è che ho visto nero nero
proprio sotto il grembiulino
oh oh davvero complimenti per la trasmissione
se spegni il muso alla tivvu
io forse un poco mi concentro
e questo pezzo te lo termino prima del gong
ci ho un tale rodimento
che mi rode fuori e rode dentro
che ci vorrebbero le mani di King Kong
per certi tizi di potere
comandare e più di fottere
io ho altri vizi
anziché farmi comandare
preferisco farmi sfottere da te che mi sfizi
che non da quei supplizi
vuoti V.O.T. vuoti V.O.T. vuoti
con le facce da idioti
V.O.T. vuoti V.O.T. vuoti
belli beneamati e beoti
beati noi abbonati al fatelo da voi
ohoh voyeurs ohoh voyeurs
ohohoh voyeurs ohoh voyeurs ohoh voyeurs
ohoh voyeurs ohoh voyeurs
ohohoh voyeurs io e te della tv soccombuto
tributo alla tribu dei
vuoti V.O.T. vuoti V.O.T. vuoti
sempre i soliti noti
V.O.T. vuoti V.O.T. vuoti
pieni di quattrini e di voti
devoti noi restiamo
patrioti ci schieriamo
coi figli e coi nipoti
noi vi guardiamo
io spero in Dio sempre di più
e l'unico quaggiù
che ancora alla tivvu
non e mai apparso
amore mio dai vieni qui
e amiamoci cosi
di fronte a quelli li
e un bell'applauso
vuoti V.O.T. vuoti V.O.T. vuoti
con le facce da
vuoti V.O.T. vuoti V.O.T. vuoti
con le facce da
fammi andar via
liberami
da questa prigionia
fammi andar via
risparmiami
un'altra litania
non serve a niente
dire che mi ami
ma tanto chi ci sente
se per noi
si parleranno d'ora in poi
i legami
un minuto di raccoglimento
oggi si è spento un sogno
conti fino a cento
e torni a vivere
perché hai bisogno
e se andrai lontano fa' che non sia troppo fuori
mano
o trova un posto irraggiungibile
e calerà la fine
in questo cine senza schermo
io e te come in un fermo immagine
attori e spettatori
chiama la polizia
che ho appena fatto fuori
la tua bella allegria
per risparmiarle ancora dei dolori
non la potevo più soffrire
non dovrà soffrire più
ci amammo alla follia
poi siamo rinsaviti
per quella malattia di noi guariti
dal quel fottuto medico del tempo
al crocevia di una via crucis
via la croce e così sia
fammi andar via
aiutami
in questa eutanasia
non ci ameremo più qui ma attraverso
ciò che in altri giorni avremo perso
e nei ritorni della gelosia
ce lo divideremo
quel pagheremo al boia
per crepare poi di noia o nostalgia
ma che sia morte e mai ferita
quando tu chiederai
i baci e un'altra vita
agli uomini usurai
diglielo che tra noi non è finita
che ti ho fregato tutto che sei in lutto
che sei roba mia
l'avrebbero chiamato poi
il nostro numeretto
e tocca pure a noi noi dentro il sacchetto
di questa sporta tombola del mondo
che vuoi che sia sia che sia
si' sia che sia no lascia che sia così
poi sia poesia
fammi andar via
perdonati
questa vigliaccheria
fammi andar via
fallo per me
fammi andar via da te...
cosa ho fatto
nella testa una musica
che mi far diventar matto
una macchina prima per poco
non mi ha messo sotto
l' avesse fatto almeno finiva tutto
torno a casa
e rivedo in un attimo un bar
una casa una chiesa
ma che bella sorpresa mi hai fatto
e chissà quale scusa hai trovato tu...
ma che cosa è cambiato...
ma dov'è che hai buttato il mio amore
e non se sia meglio sparire
e non so dar retta al mio orgoglio
non so se ora ma...
io ti voglio quanto ti voglio
e non posso fare a meno
di te di ieri
dei tuoi grandi occhi chiari
sei ancora quella che eri o no?
"ciao soldato"
sulla porta mia madre felice
mi ha già salutato
non le ho neanche chiesto "stai bene?"
e davanti le sono passato
"Dio che sei diventato?"
"mamma lasciami stare da solo"
"ti preparo qualcosa avrai fame?"
"non ho fame non ho proprio niente
non voglio nessuno..."
io ti voglio quanto ti voglio
e non me ne importa niente
di ciò che hai fatto
se ci sei stata a letto
tanto il tempo aggiusta tutto...
Io ti odio ti odio ti odio
ma perché sei tanto bella
ti odio
perché non scompari perché non ti uccidi...
e perché ti voglio io...
quella sua maglietta fina
tanto stretta al punto che mi immaginavo tutto
e quell'aria da bambina
che non glielo detto mai ma io ci andavo matto
e chiare sere d'estate
il mare i giochi e le fate
e la paura e la voglia
di essere nudi
un bacio a labbra salate
il fuoco quattro risate
e far l'amore giù al faro...
ti amo davvero ti amo lo giuro...ti amo ti amo
davvero!
e lei
lei mi guardava con sospetto
poi mi sorrideva e mi teneva stretto stretto
ed io
io non ho mai capito niente
visto che ora mai non me lo levo dalla mente
che lei lei era
un piccolo grande amore
solo un piccolo grande amore
niente più di questo niente più!
mi manca da morire
quel suo piccolo grande amore
adesso che saprei cosa dire
adesso che saprei cosa fare
adesso che voglio
un piccolo grande amore
quella camminata strana
pure in mezzo a chissacchè l'avrei riconosciuta
mi diceva "sei una frana"
ma io questa cosa qui mica l'ho mai creduta
e lunghe corse affannate
incontro a stelle cadute
e mani sempre più ansiose
di cose proibite
e le canzoni stonate
urlate al cielo lassù
"chi arriva prima a quel muro..."
non sono sicuro se ti amo davvero
non sono...non sono sicuro...
e lei
tutto ad un tratto non parlava
ma le si leggeva chiaro in faccia che soffriva
ed io
io non lo so quant' è che ha pianto
solamente adesso me ne sto rendendo conto
che lei lei era
un piccolo grande amore
solo un piccolo grande amore
niente più di questo niente più
mi manca da morire
quel suo piccolo grande amore
adesso che saprei cosa dire
adesso che che saprei cosa fare
adesso che voglio
un piccolo grande amore...
la mia sigaretta brilla rossa
insieme a luci di periferia
zampate della vita sulle mie ossa
sei più sincera quando dici una bugia
sull'asfalto acquoso una luna affilata tagliare
i fili che legano le stelle
stringo al cuore una lattina vuota e scopro che hai
lasciato
le unghie sulla mia pelle
finestrini aperti a dissetarmi di vento
la mia ruota incollata sulla striscia bianca
della mezzeria
gli occhi come due pezzi di vetro
tu non sei come mi credevo io
un autotreno mi ruggisce dietro
ma perché hai fatto il mondo così triste Dio?
alberi si drizzano ai lati della strada mi corrono
accanto
e il buio se l'inghiotte
alla radio un rock arrabbiato come un pugno allo
stomaco
che mi stringe nella notte
un dolore e un lampo di fuoco rosso
dentro a questo amore che io non posso
io non posso più
voglio andar via i
piedi chiedono dove ma via
tanto non ti perderò perché tu non sei stata mai
via
voglio andar via
da quei tuoi occhi che tirano sassi
e come in un duello far dieci passi
e poi guardarci l'ultima volta e via
dimmi che cos'è che ci hanno fatto
dimmi cosa c'è che io non so
perché tutto è finito come cenere in un piatto
e quei ragazzi ch'eravamo noi non ci sono più
e scambiare due parole brevi
con la notte blu dei benzinai
io ti baciavo mentre tu piangevi
e adesso che io piango tu chi bacerai
un caffè che drizza i capelli un pacchetto di fumo
e il vento rilegge il mio giornale
e domani uscire di nuovo farmi una faccia allegra
per il prossimo Carnevale
un chiarore freddo come un rasoio
per un altro giorno che nasce muoio
muoio muoio
voglio andar via
i sogni cercano dove ma via
anche all'inferno ci sarà qualcuno a farmi
compagnia
voglio andar via da te
che goccia a goccia hai bevuto il mio cuore
e dagli straccivendoli ricomprare
quel che resta del mio amore e andare via